98. Mettersi alla sequela di Gesù…
Che significa? Significa “entrare nella logica della ‘sequela’ di Gesù Cristo”. Mettersi in fila dietro di Lui e lasciarsi devastare dalla gioia di offrire un servizio alle retrovie.
Rallentare il passo per farlo accelerare ad altri.
Accelerare la marcia per destare i sonnolenti. Incoraggiare chi si è fermato. Sollevare chi è caduto. Sollecitare chi, per la stanchezza, si è seduto sulla spalletta del ponte a riprendere il cammino. Dire a tutti coloro che si vedono inesorabilmente superati che l’importante è arrivare dove c’è Lui. Prendere per mano e, forse, caricarsi sulle spalle chi non ce la fa più. Essere (come diceva don Mazzolari delle parrocchie) l’ambulanza per chi è ferito e non può più camminare.
99. …senza deragliare
Se farsi ultimo significa entrare in fila, bisogna non deragliare svincolando su altri sentieri. Se non si è alla “sequela” di Lui, si può anche stare con gli ultimi, ma condurli fuori pista.
Di qui, la necessità della coerenza di vita. Tradotto in termini ormai desueti, si direbbe: la necessità della vita di grazia. Il Vangelo, oltre che annunciarlo e celebrarlo, dobbiamo viverlo senza sconti, e forse anche senza molte “glosse”. Di qui, la riscoperta dei forti valori dell’amore, della giustizia, della verità, della libertà interiore, della purezza di spirito, della rinuncia, del sacrificio. Di qui, l’attenzione agli agguati dell’egoismo, della lussuria, dell’invidia, del peccato insomma.
Di qui, la coscienza di essere “Ecclesia simul iusta et peccatrix”, proprio
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