| Pubblicato il 2 Marzo 2023
Descrizione dettagliata
Spesso lavorando con i minori a rischio ci rendiamo conto che è indispensabile anche lavorare sul loro contesto di vita: famiglia, quartiere, città.
Riuscire a creare le condizioni per un autentico welfare di comunità non è semplice proprio perché i quartieri popolari sono abbandonati a loro stessi da molto tempo e versano in uno stato di degrado prolungato e che crea disinteresse e abitudine alla trascuratezza.
La proposta sarebbe quindi quella di creare una situazione di scambio delle competenze tra chi ha la possibilità di mettere a disposizione la propria professionalità (giardinieri, imbianchini, elettricisti, idraulici) in rete con le famiglie più povere e che spesso faticano a trovare lavoro. Ciò dovrebbe generare una ricaduta positiva:
Agli artigiani che si renderanno disponibili per risistemare i quartieri e formare nuovi operai andrà poi riconosciuto economicamente un rimborso da detrarre dalle tasse versate pari al tempo dedicato alla formazione.
Accanto all’attenzione alla dimensione della dignità lavorativa andrà posto un accudimento di tipo “buon vicinato” che accompagni i nuclei nella cura costante dei figli.
Fare la spesa, la cura della casa, la cura dell’igiene, il saper stare ed educare i figli.
Formando dunque famiglie che diventino compagne di viaggio e possano sostenere da vicino altre famiglie. L’amicizia si sa è uno dei valori più importanti e che rendono la vita più bella.
Dignità lavorativa, buon vicinato: le due chiavi di volta perché anche gli interventi educativi che vengono messi in atto a favore dei minori non cadano nel vuoto, ma siano sostenute da una reale rete sociale fatta non solo da operatori educativi e sanitari qualificati, ma da chiunque con la propria professionalità.
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