Va ribaltata la prospettiva di lettura della relazione tra nuove generazioni e crescita economica dell’azienda: non sono solo i giovani che hanno bisogno di lavoro, ma il lavoro che ha bisogno del contributo solido e qualificato delle nuove generazioni per diventare vero motore di sviluppo e competitività.
Quanto hanno da imparare i giovani? Ma soprattutto, quanto possiamo imparare noi da loro?
Oltre a rafforzare i percorsi formativi e migliorare gli strumenti delle politiche attive, è necessario mettersi in relazione positiva con l’idea stessa di lavoro che cambia assieme alle nuove generazioni e riconoscere che i giovani, se seguiti, possono essere davvero la buona stoffa.
Organizzare incontri a livello nazionale o territoriale con le aziende, in cui i giovani possano trasmettere le buone pratiche di collaborazione e innovazione con datori di lavoro e tutor e dove possa essere evidente che nello scambio, entrambi, sia l’adulto che il ragazzo ne guadagnano di competenza, professionalità e innovazione.
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