2. ONESTI CITTADINI
2.1. I giovani ci aspettano nella ‘casa della Vita’
Una delle migliori e più attuali interpretazioni che possiamo fare della nostra missione salesiana è quella di continuare a garantire la nostra scelta di incontrare i giovani là dove essi si trovano e nelle situazioni che vivono. I giovani ci stanno aspettando, ed è la loro vita quotidiana, il presente, il luogo dove dobbiamo incontrarli. Non ci sarebbe promozione umana né impegno sociale, e nemmeno evangelizzazione e cammino di fede, se non si tenesse come punto di partenza il luogo dove i giovani e le famiglie e tutte le persone si trovano.
La capacità di andare loro incontro, imparata da Don Bosco, parla in noi di impegno con le loro vite, parla di prendere sul serio la loro situazione e, soprattutto, del desiderio profondo di fare comunione con loro e di fare della loro causa la nostra causa. È per questo che non possiamo dimenticare il nostro carisma fondativo come Famiglia Salesiana di incontrare i giovani là dove essi si trovano, e con loro, proprio là, lavorare impegnati a migliorare e a trasformare una realtà che ci interpella sempre. Di conseguenza, ogni processo di promozione umana deve essere visto come parte, e non come fine in se stesso, di un processo più profondo e ampio di promozione, che porta la persona a fare della propria vita uno spazio di incontro con gli altri, di scambio di doni per costruire una società più giusta e degna per tutti, come anticipo del Regno dei Cieli che si costruisce già su questa terra, se in noi ci sono i principi della buona notizia di Gesù.
Non credo si debba ammettere che l’impegno sociale, la “militanza” in associazioni che promuovono il bene dei giovani e della società siano istanze incompatibili con la proposta evangelica. Nel Padre Nostro si può cogliere la ‘politica’ della fraternità e della giustizia, la solidarietà, la riconciliazione, il rispetto, l’uguaglianza e la protezione dei più deboli. Non si può dire che siano incompatibili i diversi modi di fare il bene. Basta che questo bene consideri la persona nel suo insieme e ogni persona, evitando discriminazioni e particolarismi.
Quando a Gesù presentavano le situazioni di quelli che “non erano dei nostri”, subito Egli rispondeva facendo suoi quelli che non erano esplicitamente contrari. Chi non è contro di noi, è con noi.
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