Nella mattinata di martedì 1° marzo 2023 ha avuto luogo il quinto incontro territoriale del processo di partecipazione dal basso nella sede di Firenze Scandicci, alla presenza di circa 25 persone, provenienti dalle realtà sociali di Firenze, Prato e Livorno.
L’incontro si è aperto con il saluto di benvenuto di don Giorgio Mocci, il quale ha ricordato la parabola del profeta Giona, che si ribella agli uomini e a Dio e che dopo tre giorni e tre notti nel ventre di un pesce, vive la sua rinascita e la sua riconversione, e il saluto di don Emanuele De Maria che ha introdotto le realtà presenti.
Successivamente, il Presidente di Salesiani per il Sociale don Francesco Preite ha sottolineato l’attualità dell’esigenza di ascolto territoriale, in una fase nuova in cui la società spinge per la partecipazione e per un rinnovato protagonismo civile. Richiamando gli obiettivi del processo di partecipazione dal basso portato avanti in sinergia con l’Osservatorio Salesiano per i Diritti dei Minori, ha chiesto ai partecipanti di attivarsi sui canali messi a disposizione dall’Associazione – incontri territoriali, piattaforma digitale e tavoli nazionali – per lanciare nuovi stimoli e idee che andranno ad alimentare il documento programmatico di Salesiani per il Sociale 2023-2026.
A seguire è intervenuto don Rafael Bejarano, Referente per le Opere Sociali nel Settore della Pastorale Giovanile, illustrando le linee del Congresso Internazionale delle Opere e dei Servizi Sociali Salesiani tenutosi a Torino ed evidenziando che le 90 Ispettorie nel mondo stanno lavorando alacremente sull’innovazione sociale: un metodo che presume l’uscita dagli uffici e il lavoro sul campo, sia per conoscere da vicino i bisogni, ma soprattutto per co-progettare con loro i modelli di intervento.
In rappresentanza delle strutture di Fundraising e di Servizio Civile dei Salesiani per il Sociale, sono intervenute Chiara Diella e Raffaella Caroni, sottolineando l’importanza di promuovere adeguatamente gli impatti dell’Associazione verso i donatori e valorizzare la presenza dei ragazzi del Servizio Civile, che quest’anno sono 1500 e costituiscono una risorsa preziosa per l’Associazione.
Isabella Cordisco ha ulteriormente arricchito la presentazione del processo di partecipazione dal basso dal punto di vista metodologico e contenutistico, descrivendone le diverse tappe e le finalità perseguite.
Vitandrea Marzano ha infine illustrato il funzionamento della piattaforma digitale nonché l’importanza di restare connessi anche dopo gli incontri territoriali e di ampliare il target dei beneficiari del percorso.
I partecipanti, dunque, orientati sul metodo di lavoro da Riccardo Mariani e Isabella Cordisco, si sono distribuiti tra i tre tavoli del world cafè, discutendo delle 5 aree di sfida della missione salesiana, con il coinvolgimento vivo di tutti i presenti e una forte propensione alla partecipazione attiva, che eredita una grande tradizione in Toscana.
Al termine dei lavori, si è svolto un momento di restituzione in plenaria degli spunti emersi nei vari tavoli di lavoro, da cui è scaturita una coralità di interessanti sollecitazioni e idee da portare all’attenzione.
In particolare, tra le proposte avanzate si evidenziano:
- La necessità di una formazione dedicata per gli OLP del Servizio civile, non solo sugli aspetti amministrativi ma anche di contenuto.
- L’esigenza di includere nel Servizio Civile soprattutto i ragazzi con maggiori difficoltà, anche riconoscendo loro un sostegno economico
- L’importanza di rafforzare la comunicazione con gli ambienti extra salesiani, ingaggiando i genitori e i formatori (comunità allargate), migliorando la comunicazione locale e creando link con la sede nazionale
- Valorizzare l’esperienza toscana maturata sulle reti territoriali e farla diventare una buna pratica
- Migliorare il rapporto con le istituzioni locali e in modo particolare con gli enti locali
- Lavorare di più sul PTCO (alternanza scuola lavoro) rafforzando la questione dei crediti formativi
- Avere maggior cura dei volontari del Servizio Civile e del loro orientamento, attivando altresì tavoli permanenti di discussione che si occupino anche degli aspetti personali e di motivazione
- Sperimentare scambi internazionali tra le sedi del Servizio Civile Universale in forma di “erasmus”, favorendo la mobilità internazionale durante le esperienze e rafforzando la capacità di accoglienza anche residenziale
- Utilizzare l’esperienza del Servizio Civile per cogliere anche nuove vocazioni
- Specificare la formazione sull’accoglienza dei migranti in relazione alle tipologie di Paese di provenienza e all’etnia (ad esempio come si lavora con i gruppi ROM)
- Migliorare il lavoro di rete con le scuole, il CONI, il tessuto associativo, affermandosi maggiormente in campo aperto
- Promuovere la formazione linguistica e interculturale come fase preparatoria alle esperienze di Servizio Civile
- Formare sull’organizzazione dell’accoglienza
- Favorire gemellaggi tra le missioni all’estero.
Conclude l’incontro don Francesco Preite, entusiasta per l’apertura culturale riscontrata, ribadendo il ruolo e la partnership dell’Osservatorio Salesiano per i Diritti dei Minori nel suo ruolo attivo di agente di cambiamento. Il confronto con le altre realtà sociali non indebolisce il mondo salesiano ma lo rafforza: «La chiusura identitaria non crea nulla, l’alterità è una ricchezza, non per assimilare acriticamente ma per mettere alla prova la nostra proposta educativa. Continuiamo a creare reti! Il territorio toscano è molto fertile e per l’Associazione rappresenta un laboratorio importante. Il sociale innova la tradizione e il carisma salesiano è innovato dal sociale: senza “contaminazione” non si ha futuro».