Nella mattinata di mercoledì 23 novembre, dalle 10 alle 13 si è svolto il primo incontro territoriale del processo di partecipazione dal basso nella sede di Sassari. Presenti circa 30 persone di realtà salesiane e di Salesiani per il Sociale di Olbia e Sassari.
Ad aprire l’incontro è stato don Francesco Preite, presidente nazionale di Salesiani per il Sociale, che ha rilanciato la necessità di attivare un processo di consapevolezza e partecipazione ad un lavoro di rete che porti alla costruzione del documento programmatico di animazione dell’associazione nazionale.
Successivamente è intervenuto don Emanuele De Maria, coordinatore del Comitato Salesiani per il Sociale Italia Centrale, il quale ha richiamato l’attenzione sui giovani più poveri, uno sguardo da rimettere sempre più al centro di qualsiasi realtà salesiana, e ha accentuato la consapevolezza di attraversare un processo complesso e articolato che necessita di tempo e progettualità condivisa per arrivare a maturazione.
Isabella Cordisco, docente presso l’Università Pontificia Salesiana di Roma e membro del team di lavoro di progettazione, insieme a Micol Trillo – Osservatorio Salesiano per i Diritti dei Minori hanno curato la presentazione del progetto di animazione dal basso per la costruzione del documento programmatico di Salesiani per il Sociale.
Partecipazione, appartenenza, comunicazione, comunità, piattaforma, tessuto sociale, ascolto sono le parole chiave che hanno guidato il discorso di Isabella Cordisco. Al termine dell’intervento, è seguito un momento di condivisione e ascolto di idee, proposte e azioni da parte dei partecipanti riflettendo insieme sulle sfide e relativi ambiti. Diverse le proposte emerse e raccolte in questa occasione, che don Francesco Preite, don Emanuele De Maria e Alessandro Iannini hanno ascoltato e che si intende cucire insieme con un lavoro sartoriale partecipato, di cui questo incontro segna solo l’inizio.
Tra le proposte lanciate dai partecipanti all’incontro sono emerse: promuovere una formazione con la figura di uno psicologo per i ragazzi del servizio civile o uno sportello di ascolto psicologico al quale i volontari possono rivolgersi; creare dei momenti di confronto tra OLP e prevedere una condivisione di esperienze; migliorare l’efficacia della comunicazione per le proposte del servizio civile coinvolgendo anche i volontari stessi nella promozione delle iniziative; pensare a formazioni teoriche e specifiche per educare ai social media.”